10/03/14

What's Wrong With Facebook's Business Model And Innovation Strategy?

Facebook’s (NASDAQ:FB) acquisition of WhatsApp for a whopping $19 billion dollars demonstrates the company’s determination to remain the leader in social networking, even if that comes at a hefty premium.
At the same time, it reveals a very important limitation in Facebook’s business model: the very assumption that everyone can be a friend with everyone else.
Long before Mark Zuckerberg created Facebook, Aristotle has argued that “true” friendship is governed by a strictly qualitative logic. That is, friendship is a rare spiritual intimacy that can only be shared among a handful of people.
As a result, a person may live an entire life and only possess three or four “real” friends.

Read more at: http://www.forbes.com/sites/panosmourdoukoutas/2014/02/23/whats-wrong-with-facebooks-business-model-and-innovation-strategy/


What will be the impact of this acquisition on FB business model ? What is your answer to the question posed by the title?



4 commenti:

  1. Osservando le mosse di Zuckemberg ripenso ad un gioco molto diffuso qualche tempo fa: Pacman. La pallina gialla passando nel labirinto mangiava tutto ciò che trovava sul proprio percorso. E così sta succedendo a Facebook. Sta incorporando altri operatori del mercato,tuttavia sta rischiando molto.
    Il mondo,e in particolare quello dei social network,cambia velocemente perché velocemente cambiano le persone che lo vivono. Ci si annoia sempre in minor tempo e si è sempre in cerca di qualcosa di diverso,di alternativo e di stimolante.
    Zuckerberg sta seguendo le "mode" del mercato,quando in realtà dovrebbe riflettere su quello che Facebook vuole fare e dove vuole andare. Mi domando infatti: Facebook vuole che le persone si mettano in contatto tra loro o vuole solo portarle tutte nello stesso posto nella convinzione che così comunichino? Perché le due cose per un osservatore poco attento potrebbero coincidere,e di conseguenza anche per una governance che sceglie in maniera poco oculata ma,come l'articolo sottolinea,l'amicizia (parola abusata anche a causa di Facebook) è un concetto ben diverso dal "rumore" che i social network creano.
    Lo sfruttamento di queste sinergie tra acquirer e acquired se da una parte ha i suoi benefici in termini di marginalità e market share, dall'altra non contribuisce a creare valore e generare un vantaggio competitivo sostenibile nel lungo periodo per Facebook perché é risultato di una visione miope che guarda alla "bottom line" e non alle evoluzioni dei customer needs,e ancora prima dei customer insights.
    Dopo aver inglobato Instagram nell'aprile 2013 e adesso Whatsapp, per quanto potranno andare avanti ad inglobare competitors pagando un premium price così elevato?
    Da una prima analisi esterna é impossibile che Facebook possa acquisire tutto il mercato diventando monopolista. Dal punto di vista interno invece,quanto può essere sostenibile una politica di investimenti così aggressiva? E se in futuro, come ha teorizzato Christensen,venisse fuori un'innovazione breakthrough che metterebbe KO tutti gli incumbents?

    To be continued...

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    1. L'osservazione di Ilaria è assolutmente condivisibile e riprende in modo efficace la provocazione lanciata nell'articolo. Esistono diversi studi che utilizzano come strumento la Social Network Analysis per mappare i network reali e quelli percepiti. Ad esempio, alla domanda "quanti amici hai all'interno del tuo corso?", il rispondente potrebbe dire 50 mentre dei 50 solo 10 lo segnalano come amico. Tale evidenza dimostrerebbe un forte sblianciamento tra il reale e il percepito. Un'altra teoria famosa è quella dei six degrees of separation. Sembra che Facebook stia cercando di ridurre notevolmente i degrees ma tale desiderio di connessione "totale" ha veramente dei benefici sulla società? Da un punto di vista del business, rimane sicuramente più di qualche perplessità sulla sostenibilità di una strategia di espansione basata sulla eliminazione dei competitor diretti o indiretti. Non è solo un problema di sostenibilità economico-finanziaria ma anche di percezione che gli end user hanno di tale strategia.

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  3. Segmentazione della user base ed elevato numero di returning users sono i due key winning factors del business in cui opera Facebook, così come Google, Yahoo e simili. L’advertising è il core business delle aziende citate, le diverse mission, invece, sono soltanto le modalità differenti attraverso cui la loro attività principale si esplicita.
    Il nome, l’età ed il sesso sono le categorie più semplici con cui è possibile segmentare l’utenza; se si aggiungono gli interessi, l’email, la localizzazione geografica, il livello di istruzione, il numero di telefono (grazie soprattutto a Whatsapp), gli elementi che piacciono e che attirano l’attenzione del fruitore di Facebook, si ottiene una fonte di dati inesauribile, che raccoglie informazioni su circa 1 mld di persone.
    Una cosa che ho imparato dal web è che su internet, se un prodotto non si paga, il prodotto in realtà sei tu, o meglio ancora le tue informazioni personali.
    Oltre ad essere il database di informazioni più grande al mondo, Facebook è prima di tutto il raccoglitore di storie, esperienze, drammi e vite. Le persone caricano 350 mln di foto al giorno, condividono quasi 3 mld di status al giorno. Tutto questo è lodevole, tutto questo rende Facebook il social network con gli switching costs (in termini affettivi) più alti di tutti.
    Dunque Facebook si configura come uno strumento di segmentazione efficace, con elevate barriere all’uscita e quindi un elevato numero di returning customers.
    Ma le tendenze possono passare, essere superate da innovazioni “breakthrough” (grazie Ilaria), come sostenersi?
    L’acquisizione di Whatsapp non è né un caso né un capriccio di Zuckerberg: ‘Project Loon’ di Google e lo stesso ‘internet.org’ (di cui è partner Facebook) sono iniziative volte a portare l’accesso ad internet ai restanti 5 mld di persone: ovunque. Il bisogno primario di queste persone non è condividere foto su Facebook o su Instagram, bensì comunicare. Non sorprende dunque la notizia, successiva all’acquisizione, dell’introduzione delle chiamate vocali (VOIP) fra le features di Whatsapp.
    Whatsapp ha circa 450 milioni di utenti che scambiano 27 mld di messaggi al giorno, numeri che hanno già superato quelli degli SMS dei carrier tradizionali. Io non credo che Facebook abbia voluto inglobare un altro player, Whatsapp non è un social network né un competitor, piuttosto credo che Zuckerberg abbia intuito le incredibili sinergie che potrebbero anticipare il processo di convergenza fra il settore delle web companies e quello delle telecomunicazioni.
    Più che altro mi chiedo se il BM dei carrier e degli VO/MVNO sia sostenibile nel lungo periodo.

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