22/01/13

Cercasi strategia economica mondiale

http://www.ispionline.it/it/documents/Commentary_Bruni_19.12.2012.pdf

Economia ed Energia per il rilancio del Mediterraneo

Nel corso dell’ultimo biennio, il bacino del Mediterraneo è stato attraversato da importanti mutamenti politici ed economico-finanziari che hanno conferito ad alcuni Paesi della sponda Sud nuovi e imprevedibili assetti. La cosiddetta “Primavera Araba” ha dato avvio a un processo più o meno rapido del quadro politico istituzionale dell’intera area, avviando una svolta epocale. Pur nel permanere di elementi di incertezza dati dall’instabilità politica, dalla presenza di rischi sociali legati all’elevato tasso di disoccupazione e dalle problematiche legate alla sicurezza marittima, ai rischi ambientali e ai traffici illeciti, esistono fattori indubbiamente positivi.

I Paesi delle sponde Sud e Est del Mediterraneo hanno mantenuto, una condizione di crescita economica positiva che dovrebbe continuare anche sulla base delle previsioni 2013.
Rappresentando un mercato di più di 600 milioni di potenziali consumatori, i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente rimangono un target strategico per le attività di import-export e di investimento dell’Unione Europea. Lo testimoniano i dati: nel 2011, ad esempio, l’interscambio tra le due macro-regioni ha subito un aumento del 12%, attestandosi su un valore di oltre 320 miliardi di euro.
Per gli Stati della riva Nord, quindi, le trasformazioni in corso potrebbero rappresentare nuove opportunità per una maggiore integrazione. Per decenni i rapporti tra i Paesi e le comunità del Mediterraneo sono stati rivolti quasi unicamente allo sviluppo di forti interconnessioni economiche ed energetiche tralasciando, invece, la possibilità di creare uno spazio unico comune di sicurezza e di stabilità politica. Proprio l’assenza di una lungimirante politica comunitaria globale volta a rispondere alle crescenti sfide e alle esigenze dei Paesi della sponda Sud e Orientale ha rallentato notevolmente il processo di integrazione regionale favorendo l’avanzare di vecchi e nuovi attori interni ed esterni alla regione, come Russia, India, Cina e Paesi del Golfo, sempre più interessati ad assumere una leadership forte in un’area dalle potenzialità enormi. L’Europa non può perdere questa partita.
http://ispinews.ispionline.it/?p=3256  

14/01/13

China again is growing but more slowly

GUANGZHOU, China — After a sharp economic slowdown through much of last year, China’s economy is growing again — but not at its previous double-digit pace, and with signs that inflation might become a problem again.
Shops were crowded this past weekend, construction sites show renewed activity and factories are hiring as exports and domestic demand recover — trends all underlined by government data released over the last several days.
http://www.nytimes.com/2013/01/14/business/global/as-chinas-economy-revives-so-do-fears-of-inflation.html?ref=business

12/01/13

Life's remote control


The smartphone is no longer just a portable computer in your pocket. It has become the remote control for your life. Want to flip off the living room lights, unlock your front door or get a reading of your blood pressure? All of this can be done through mobile apps that work with accessories embedded with sensors or an Internet connection.

For several years, technology companies have promised the dream of the connected home, the connected body and the connected car. Those connections have proved illusory. But in the last year app-powered accessories have provided the mechanism to actually make the connections. That is partly because smartphones have become the device people never put down. But it is also because wireless sensors havebecome smaller, cheaper and ubiquitous.

10/01/13

The spatial diffusion of technology

Technology disparities are critical for explaining cross-country differences in per capita income. Despite being non-rival in nature and involving no direct transport costs, technology diffuses slowly both across and within countries. Even when a technology has arrived in a country, it takes years and even decades before it has diffused to the point of having a significant impact on productivity. Why does technology diffuse slowly? How do we explain cross-country differences in its speed of diffusion? In this paper, the authors study the diffusion over time and space of 20 major technologies in 161 countries over the last 140 years. The spatial effects they identify for technologies vanish over time. For most technologies, this implies that the effect of geography is initially strong, decays over time, and eventually disappears. This is the first paper to document these patterns in adoption rates for a large number of technologies and countries. Estimates provided of structural parameters can be used to inform spatial theories of growth. Key concepts include:

  • This paper uses a new data set of direct measures of technology to study technology diffusion across time and space.
  • Technology diffuses slower to locations that are farther away from adoption leaders.
  • Interactions are more frequent for more recent technologies.
  • Understanding technology diffusion over space is crucial to understand the speed of technology diffusion.
  • Evidence on the significance of the spatial and temporal links in technology adoption could prove helpful to stimulate future research in these areas.
http://hbswk.hbs.edu/item/7162.html

Don't just change the way people live, change the way they think.

Professor Mukti Khaire's challenge to management students is lofty, even by Harvard MBA standards. Don't just change the way people live, change the way they think. Change culture.

In her new elective course, Creative High-Impact Ventures: Entrepreneurs Who Changed the World, Khaire looks at ways managers can team with creative talent in six "culture industries": Fashion, publishing, art/architecture/design, film, music, and food. Her subjects include fashion pioneer Chanel, publishers Penguin and Atavist, film icons Variety and the Sundance Institute, Indian art auction house Saffronart, and food businesses Whole Foods and the James Beard Foundation. http://hbswk.hbs.edu/item/7157.html 

09/01/13

La bolla universitaria americana

“Mi sono laureato in interior design nel 2011, all’Art Institute of California di San Francisco. La laurea costava più di 100 mila dollari. Ne ho spesi ‘solo’ 80 mila perché ho ottenuto la convalida di alcuni corsi, frequentati in precedenza a U.C. Davis”. Parla con un tono di voce pacato, ma ha l’aria un po’ delusa il giovane americano Greg Jung: i suoi studi sono costati troppo in proporzione a quel che ha ottenuto. “Non sto facendo altro che un lavoro di commercio al dettaglio ben pagato. L’avrei trovato con facilità anche senza un’istruzione superiore – racconta - Forse non avrei lavorato nel campo del design ma almeno mi sarei risparmiato il debito studentesco. Finirò di pagarlo tra dieci anni”...

Joseph Stiglitz and climate change

9 Ways To Prove Joe Stiglitz Is Right About Climate Change Hurting The Economy

Economist Joseph Stiglitz recently announced that he believes climate change is the most important issue facing the U.S. economy today. Certainly, climate change is serious global issue, but how exactly will it affect the U.S. economy? What follows are some statistics on climate change's impact on the U.S. economy, gathered primarily from non-governmental organizations that deal with climate-change issues ...

Gli studenti connessi hanno più successo all'università

Il successo accademico è scritto nella propria attività digitale. Lo dimostra uno studio dell'università Ben-Gurion di Be'er Sheva, in Israele. Il team coordinato dal ricercatore Michael Fire, che lavora proprio sulle dinamiche sociali della Rete, ha sviluppato un nuovo metodo per capire in anticipo se gli studenti coroneranno il proprio percorso accademico con successo o meno. Lo studio s'intitola «Come prevedere i risultati degli esami» ed è stato presentato recentemente ad una conferenza internazionale.

iPhone Low Cost

NEW YORK - Un iPhone economico. Apple torna sui propri passi e rivede la propria strategia: secondo indiscrezioni, Cupertino starebbe lavorando a uno smartphone meno costoso che potrebbe essere lanciato entro la fine dell'anno. Per Apple si tratterebbe di un nuovo tradimento della filosofia di Steve Jobs, già colpita con il lancio del mini iPad. Jobs, infatti, ha sempre dato la priorità ai profitti piuttosto che alla vasta scala, offrendo un numero relativamente piccolo di prodotti esclusivi. Il compianto fondatore aveva inoltre tra i suoi credo l'unicità dei modelli, in maniera da permettere agli sviluppatori delle importantissime app (una delle ragioni del suo successo) di lavorare su un unico formato e non su display di dimensioni e risoluzioni diverse come accade nelle altre compagnie. Una decisione, quella di Apple, per affermarsi in un mercato degli smartphone sempre più agguerrito e dove la sua supremazia (soprattutto per colpa di Samsung) sta diminuendo.

http://www.ilmessaggero.it/tecnologia/hitech/iphone_low_cost_uscita_prezzi_anteprima_steve_jobs_tradito_facebook_telefono_evento/notizie/243082.shtml

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